Come può parlare di democrazia chi nomina senza nessuna
condivisione quattro “responsabili” non meglio definiti? La base
grillina è già in rivolta
Democrazia: parlarne, praticarla, combattere per essa.
O, a scelta, riempircisi la bocca per poi fare tutt’altro: succede anche
questo; e succede anche da parte di qualcuno che, proprio, non te
l’aspetteresti, vista la mole di parole che scrive e dice appunto sulla
democrazia. E’ lui,
Beppe Grillo. Lo conosciamo: una
figura indubbiamente controversa dello scenario politico italiano;
partito come autore e attore comico di successo, si è letteralmente
buttato in politica, e tutti ricordiamo i toni e le modalità della sua
discesa in campo. Toni antipolitici, li definisce il giornalismo
nostrano: toni anticasta, contro la politica, ovvero, contro tutti i
politici, indistintamente. Sono tutti da buttare, secondo Beppe Grillo,
tutti: sono residuati bellici, gente vecchia che parla di concetti
vecchi, che propaganda tecnologie “morte e sepolte” come il nucleare,
che vive una politica putrefatta. Insomma: da uno che organizza i
“Vaffanculo Day” contro la politica italiana, non ci si può aspettare
clemenza contro nessuno. Né lui ne mostra; ed è suo preciso interesse
presentarsi come radicalmente alternativo rispetto alla classe politica
di questo paese.
PREMIATA DITTA CASALEGGIO & GRILLO – Di cosa stiamo
parlando? Di una storia potenzialmente esplosiva, che ormai, sulla rete
grillina, è di dominio pubblico. Beppe Grillo è un uomo capace di
radunare consenso
intorno a sé, e questo consenso lui lo raduna – e, giustamente, se lo
rivendica – dove altri sono arrivati solo dopo: appunto sulla rete, su
Internet. Quando la politica moriva nelle sezioni, Beppe Grillo animava i
Meetup, invenzione americana importata in Italia e propagandata nei
suoi spettacoli, e che hanno iniziato a crescere esponenzialmente.
Chiunque, con impegno anche minimo, poteva essere parte di questo
progetto politico innovativo, diffuso, sul territorio. Orizzontale, di
base, animato e gestito dagli stessi cittadini, oltre i partiti, oltre
tutto, oltre oltre oltre: insomma, questi concetti qui. Beppe Grillo è
quello che per primo ha iniziato a dire che quei signori incravattati
che siedono in Parlamento non sono nostri rappresentanti ma nostri
dipendenti, nel senso del rapporto lavorativo visto che percepiscono
denaro pubblico, e che come dipendenti in un’azienda debbono essere
trattati e valutati: col pugno, appunto, del padrone, che li tiene sotto
controllo, li bracca, gli sta alle costole. Sua l’idea di far entrare
nelle riunioni pubbliche degli organismi elettivi – consigli comunali,
provinciali – i suoi ragazzi con la telecamera a documentare tutto e a
riportare sul web, perchè, appunto, tutto dev’essere trasparente e
controllato in maniera diffusa. La democrazia ai tempi della rete, e
Beppe Grillo ne è cantore. Ma tutto questo, e l’abbiamo raccontato più
volte, Beppe Grillo non lo fa da solo: il suo notissimo blog, tutte le
sue produzioni editoriali, le menti politiche dietro il “progetto” Beppe
Grillo e, a cascata, il Movimento 5 Stelle, sono i fratelli Casaleggio,
Davide e Gianroberto, proprietari dell’omonima ditta Casaleggio &
Associati, che produce tutto il materiale per Grillo, dal sito internet
ai Dvd che distribuisce, nonché le risorse a cui lui si appoggia, come
la mappa della borsa italiana; consulenti globali per le nuove
tecnologie, sono, e un po’ giocano ad essere, l’intelligenza grigia del
movimento grillino. Vedremo fra un attimo che tali sono in effetti
considerati.
di Tommaso Caldarelli, per Il Giornalettismo del 16/062011, articolo completo