L'unica maniera per realizzare i propri sogni è svegliarsi /3 - La partita decisiva
« Chi è in grado di
distinguere quando è il momento di dare battaglia, e quando non lo è, riuscirà
vittorioso ».
Sun-Tzu, Arte della guerra
"Noi abbiamo dato la nostra disponibilità a lanciare
una fase costituente con le forze che ci stanno, per aprire una crisi e
proporre un governo alternativo. Ma a questo punto – aveva detto D’Alema
nell’intervista del 30 gennaio concessa
a “La Repubblica” - se Berlusconi non prende atto
dell'insostenibilità della sua posizione di premier, l'unica soluzione è quella delle elezioni
anticipate" […] Perché la situazione precipita. La crisi
politico-istituzionale, l'accavallarsi delle vicende giudiziarie, la guerra tra
i poteri dello Stato. Cos'altro deve succedere, per convincerci della necessità
di una svolta?".
A metà febbraio Bersani commenta laconico : se Berlusconi
«non fa un passo indietro bisogna che ci convinciamo chea questo punto il male minore è andare alle elezioni ».
Ancora due settimane
fa Bersani ribadisce il concetto : «Io non sono precluso a niente. Noto soltanto
che dalla nostra proposta di un governo di transizione, le cose sono cambiate.
Sono arrivati i responsabili che hanno in mano la situazione. Per questo
l'ipotesi, per non stare dove stiamo, potrebbe essere soltanto quella delle
elezioni anticipate che sono sempre meglio di restare in questa situazione».
«Al di là dei sondaggi è del tutto evidente che la permanenza di
Berlusconi al governo del Paese è un enorme danno. E che le elezioni sono
l'unica via di uscita» Lo ha detto giorni fa Massimo D'Alema commentando gli ultimi sondaggi che darebbero il
centrosinistra in vantaggio sul il centrodestra, anche se di pochissimo.
Come si è giunti ad auspicare le elezioni anticipate senza
se senza ma visto che nei mesi precedenti
in più occasioni si era ribadito di non voler tornare alle urne prima di aver riformato la
legge elettorale ?
Il cambio di direzione deriva in parte dallo smacco del 14
dicembre e dall’evidente difficoltà nel produrre una crisi parlamentare in
grado di scalzare il Presidente del Consiglio e dall’altra da un certo ottimismo
derivante da sondaggi che sembrano da un
certo momento in poi promettere risultati positivi : "I sondaggi -
spiega D’Alema a metà
febbraio - dicono che se andiamo alle
elezioni come centrosinistra con tre poli, noi vinciamo le elezioni. Se
andiamo, come io propongo, con una larga coalizione democratica, le vinciamo
largamente".
E le altre ipotesi che erano state messe in campo ? L’ipotesi di
un’ Alleanza Costituzionale "aperta a tutte le forze che alla
svolta autoritaria di Berlusconi sono pronte a dire di no” in grado di formare
un governo di transizione sembrerebbe piuttosto improbabile, mancano troppi
requisiti perché un’alleanza del genere possa consolidarsi, ammesso e non
concesso che possa formarsi.
Una certa plausibilità potrebbe averla forse l’ipotesi di un Governo di
Salvezza e di Unità Nazionale che è stata di nuovo rimessa in primo piano dal
duo Pisanu-Veltroni con la formula del “Governo di Decantazione” ma la proposta è stata accolta con
scetticismo e poi il problema di fondo di questa proposta è la sua ambiguità,
non a caso essa ha tutta l’aria di essere una riverniciatura di proposte già avanzate
da altri in passato, anche se con sfumature via via diverse, e persino SB, a
suo modo, se ne era appropriato quando
con la lettera al Corriere del 31 gennaio scorso propose “a Bersani di agire
insieme in Parlamento, in forme da concordare, per discutere senza pregiudizi
ed esclusivismi un grande piano bipartisan per la crescita dell’economia
italiana”. L’idea “che sia necessario un periodo di decantazione, di
rasserenamento del Paese, di operosa sintonia con le attese degli italiani” è certamente
condivisibile ma è vuota se non si precisa il profilo politico e programmatico di
questa ipotetica fase di decantazione. Suggerire semplicemente un ampio ed esauriente confronto
parlamentare e di porre mano alle
emergenze in corso e di riformare la legge elettorale è del tutto vago e
riporta il dibattito politico indietro di mesi. Nella proposta del duo
Pisanu-Veltroni affiora poi quel retrogusto di melassa appiccicosa che tanti
danni ha già fatto in passato, nella
lettera al Corriere il Presidente del Consiglio non viene nemmeno nominato,
sembra di essere tornati ai tempi in cui si parlava di SB come del «principale
esponente dello schieramento a noi avverso».
Insomma la linea è ancora quella ribadita da D’Alema nell’intervista
pubblicata oggi da “La Repubblica” , alla domanda di Giannini "E il "governo di decantazione" proposto da veltroni e Pisanu come lo giudica? ecco la risposta di D’Alema : "È stata una proposta positiva. Ed è
lodevole che il senatore Pisanu abbia condiviso la proposta di Veltroni. Ma
purtroppo mi pare che le repliche siano state durissime: possiamo proporre
qualunque soluzione, ma finché Berlusconi dimostrerà di non volersene andare e
continuerà ad imprigionare la sua maggioranza asservendola ai suoi interessi,
sarà tutto inutile. Per questo, insisto, per noi non c'è altro spazio politico
se non quello di batterlo alle elezioni".
Quello che però D’Alema non dice è che le difficoltà incontrate
nell’aprire una fase costituente con un
governo con le forze che ci stanno vengono semplicemente trasposte da uno scenario all’altro senza soluzione di
continuità perché da un lato SB non si dimette e anzi gioca la sua partita in
modo ossessivo alzando di giorno in
giorno la posta dello scontro tra i poteri dello Stato , dall’altro lato
le
forze che dovrebbero starci tentano
di fare un loro gioco nella prospettiva di consolidare la propria consistenza e
diventare l’ago della bilancia di equilibri futuri, di fatto si invocano le
elezioni anticipate senza aver risolto nessuno dei problemi sui quali nei mesi precedenti si era
incagliata l’iniziativa politica del partito e dell’opposizione : SB non si
dimette e per il momento non sembra esserci una leva in grado forzare il quadro
politico in modo tale che il Presidente del Consiglio sia costretto a fare un
passo indietro, non si è consolidata l’ipotesi del Nuovo Ulivo, il nodo della
leadership è rimasto irrisolto e continua ad essere fonte di diatribe, l’ipotesi
della Santa Alleanza sembra essersi dissolta definitivamente dopo l’ennesimo NO
di Casini , la proposta programmatica è rimasta
evanescente, ambiziosa nelle intenzioni - “Dobbiamo dare una prospettiva di
ricostruzione futura del Paese. Le macerie del berlusconismo sono enormi:
regole democratiche devastate, principi di legalità calpestati, istituzioni
svilite. Dobbiamo mettere in campo un progetto di rilancio dell'economia e
della crescita, dopo gli ultimi dieci anni sprecati dal berlusconismo” - ma
vuota nei contenuti. D’Alema sembra quasi voler far propria la “vocazione
maggioritaria" di Veltroni – “Spetta a noi del Pd fare tutto questo, con una
proposta che deve essere rivolta innanzi tutto ai cittadini italiani e che miri
ad unire il più ampio schieramento democratico possibile. Quando si andrà a
votare per il governo del Paese la nostra proposta politica mostrerà tutta la
sua forza, e con essa dovranno misurarsi tutti gli altri partiti" – ma in
fin dei conti il problema è sempre il solito : manca la capacità di coagulare il
consenso attorno ad alcune proposte politiche e programmatiche precise e
chiare.
Se a questi motivi di perplessità che riguardano la
debolezza del profilo politico del PD e in generale dell’opposizione aggiungessimo
altre considerazioni di ordine generale ovvero
1)
la crisi finanziaria è grave e soggetta a sviluppi
imprevedibili come dimostrano le ricorrenti tensioni sui mercati, non è il
momento per dare segnali di ulteriore incertezza
2) anche a causa della pessima legge elettorale in vigore, le elezioni potrebbero
produrre una situazione di stallo senza vinti né vincitori
3) le elezioni sono un’opzione che lo stesso Presidente
del Consiglio potrebbe prendere in considerazione se la situazione diventasse
per lui ingestibile o se ritenesse necessario usare l’arma delle elezioni per
uscire dall’accerchiamento a cui rischia di essere sottoposto, anzi ci sono
segnali che farebbero pensare che il Presidente del Consiglio stia cercando la
crisi per andare ad elezioni anticipate
4) i sondaggi possono risultare ingannevoli e offrire
aspettative irrealistiche e poi bisogna considerare che il Presidente del Consiglio è
spregiudicato, il tipo è pronto a
qualunque sparata pur di accattivarsi una manciata di voti, potrebbe rivincere.
allora potremmo dedurne che le elezioni anticipate come esito di una possibile crisi dell’attuale quadro
politico non sono comunque la soluzione migliore per neutralizzare il Presidente del Consiglio.
Per neutralizzare il Presidente del Consiglio è necessario puntare alle sue dimissioni e determinare una situazione tale da rendere problematica anche la sua ricandidatura alle prossime elezioni. Per raggiungere l'obbiettivo è fondamentale focalizzare l'attenzione e centrare l'iniziativa politica su tutta una serie di elementi che potrebbero accellerare la crisi del quadro politico.
Come ottenere le dimissioni del Presidente del Consiglio ?
Al momento sembra una missione impossibile ma ci sono alcuni varchi che sono
aperti e che non vengono sfruttati a dovere
dall’opposizione : il primo varco è la
crescente debolezza politica del Presidente del Consiglio ormai impigliato in
giochi politici sempre più azzardati
che
lo rendono ricattabile e dunque incapace di gestire il quadro politico con
disinvoltura, un secondo varco è costituito dal crescente calo di credibilità del
Presidente del Consiglio dovuto a dichiarazioni talmente avventate da rasentare
un rischio autodistruttivo, ha perso la bussola
se mai l’avesse avuta, un terzo varco è aperto sul fronte delle
defezioni, chi ancora sta accanto all’appestato comincia ad avere paura di
prendersi la peste. Basterebbero già questi elementi
per ipotizzare che la vicenda politica del
Presidente del Consiglio potrebbe giungere al capolinea entro l’estate ma per
avere la certezza di raggiungere l’obbiettivo delle dimissioni del Presidente
del Consiglio al più presto, tutti coloro che hanno ancora il senso della
decenza, dell’onore e della legalità devono mobilitarsi.
Solo una mobilitazione
popolare permanente potrà aprire un quarto varco, quello più importante, per iniziare la partita decisiva, quella che va innanzitutto giocata sul fronte della chiarezza ovvero
sulla capacità di far capire all’opinione pubblica ancora incerta e confusa i
motivi per i quali il Presidente del Consiglio deve dimettersi. Se questa prima fase della partita venisse giocata in modo efficace allora il secondo tempo
della partita potrebbe essere giocato arricchendo lo schema tattico con una proposta politica in grado di accentuare la crisi politica del
Presidente del Consiglio.
Per riuscire a provocare le
dimissioni del Presidente
del Consiglio e determinare una situazione tale da neutralizzarlo
politicamente è necessario avanzare una proposta con la quale poter sganciare il destino politico del Presidente
del Consiglio da quello della legislatura, una proposta in grado di attirare consenso diffuso e in grado di spostare i rapporti di forza nel Paese e nel Parlamento e la proposta potrebbe essere quella di un "Governo del Presidente e della Costituzione" , un Governo formato da personalità di spicco e di alto profilo morale e culturale, senza il coinvolgimento diretto dei partiti politici, che avrebbe appunto il compito di terminare la legislatura traghettando il Paese verso lidi più sicuri e verso un clima politico meno avvelenato.
Se anche questo secondo tempo della partita venisse giocato in
modo efficace, allora sarebbe
possibile rafforzare ulteriormente l’iniziativa politica con una proposta
programmatica di ampio respiro.
Questo è un passaggio essenziale, forse in assoluto il più importante, perché l'iniziativa politica non può diventare efficace se non è ancorata ad una proposta programmatica in grado di catalizzare interesse e consenso.Se durante queste prime fasi della partita lo
schema di gioco si mantenesse chiaro nella spiegazione dei motivi che rendono
necessarie le dimissioni di SB,
lineare nella
formulazione di una proposta politica condivisibile e di alto profilo, coerente
nell'offrire un programma
politico
efficace e credibile,
lo sviluppo
naturale di tutto ciò non potrebbe che essere la crisi del quadro politico
attuale e la determinazione di un nuovo
scenario.
(continua)
N.B. La
prima parte di questo contributo è stata pubblicata in data 21 febbraio e la
seconda parte è stata pubblicata in data 22 febbraio